disse: «Parlaci de…ll’amicizia». Ed egli rispose
dicendo:
«Il vostro amico è il vostro bisogno
soddisfatto.
È il vostro campo che voi seminate con
amore e mietete con riconoscenza.
È la vostra mensa e il vostro cantuccio
del focolare.
A lui infatti vi
presentate con la vostra fame e lo cercate per trovare la pace.
Quando il vostro amico
vi dice quello che realmente pensa, anche voi non avete paura di dire quello
che pensate: sia esso un “no” o un “sì”.
E quando egli
tace, il vostro cuore non smette di ascoltare il
suo cuore; poiché nell’amicizia tutti i pensieri, tutti i desideri, tutte le
attese nascono senza parole e sono condivisi con inesprimibile gioia.
Quando vi separate dal vostro
amico, non rattristatevi; poiché ciò che più amate in lui può essere più
chiaro in sua assenza, così come lo scalatore vede meglio la montagna guardandola
dalla pianura.
E non vi sia altro scopo
nell’amicizia che l’approfondimento dello spirito. Perché l’amore che cerca
qualcos’altro oltre la rivelazione del proprio mistero non è amore ma una
rete gettata in mare: e solo ciò che è inutile viene
preso.
E il meglio di voi sia per il vostro
amico. Se egli deve conoscere il riflusso della vostra
marea, fate in modo che ne conosca anche il flusso. Perché,
cos’è il vostro amico se lo cercate solo per ammazzare il tempo? Cercatelo
invece sempre per vivere il tempo!
Spetta a lui,
infatti, colmare il vostro bisogno, ma non il vostro vuoto.
E nella dolcezza dell’amicizia ci
siano l’allegria e la condivisione della gioia.
Perché nella
rugiada delle piccole cose il cuore trova il suo mattino
e ne è rinfrescato.
