Pastore errante si fece
un piccolo uomo borghese,
in memoria di quello strappo ritrovato
del libro di filosofia dimenticato.
L’appunto diceva:
“Equilibrio tra mente e corpo, l’essere profondo”
e dopo lungo peregrinare
“Maestro, – provò a domandare
allo sguardo saggio di mare
dell’anziano insegnante che gli riuscì di visitare-
dov’è il segreto dell’essere reale?”
e quello senza più nemmeno parola,
solo un pizzico gli riuscì a dare,
un pizzicotto intenso e sportivo
sulla guancia dell’alunno
per un istante di nuovo fanciullo.
Poi morì,
quasi attendesse questo schioccare
l’ultimo espirare.