Nel ventre gravido d’infinito

Perché mi abbandoni
dietro questa porta,
in questa oscura via,
di fronte quest’eremo
che ben sai e tale
che sono che sei?
.g
Perché dietro questa porta chiusa
lasci il mio volto
all’ombra celato
(non vederlo ed è te!)
e recingi di solitudine la solitudine,
leggerezza e risa,
ora cerchio amaro di fuoco
che divampa e  arde intorno?
quasi ti riuscisse restarne fuori
.
Perché resti
oltre la porta chiusa
non ascolti, taci,
alieni sconosciuti?
L’abbandono divora ogni fibra
-caligine-
e esposta, fuori da alcuno rifugio,
resto
alla fame del dolore e del male
senza senso dell’essere e del patire.
.
Carcassa.
.
Di nulla ti vale il mio essere,
lo sguardo che mi posasti,
quell’attimo-incontro e quello ancora a venire?
.
Sono niente, persa memoria di me.
.
Ma se nulla fosse tutto,
come la vera presenza assenza,
quando le contraddizioni divengono
unico tono sinfonico
nel ventre gravido del nuovo segno
d’infinito a tre anse …
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Foto di Susanita

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