Non la parola la presenza,
né la tua mano gelida e cara,
lo sfiorarsi,
il sentirsi nello sguardo dell’altro riflesso,
dentro una parola non detta e già compresa.
Sentirsi una pietra nel pozzo del petto,
sacro tessere d’anime,
dove il tonfo non fa rumore,
solo un dolore tiepido.
Il nodo per cui un accenno di sguardo è preghiera
e sotto ogni tetto, oltre ogni palpito è cielo.
Il nodo come le stelle che plasma:
chi può fuggire la forma, la casa?
L’assurdo
del ritrovarsi sempre
a custodirci
-chiudo gli occhi e sei qui-,
maledizione e dono in una faccia sola
la presenza.
Immagine: Carlo Cordua, “Orgia di fiori” Quando il colore si fa paesaggio 2002 pastello su tela