Il mio giogo al collo
ha il suono dello schianto,
ma al mio capo chino
l’assurdo non è un tintinnare di catene:
uno sprofondarsi all’essenza dell’essere,
della carne e dello sforzo di presenza sua
-dolore è squarcio di memoria vita -:
un privilegio di sangue versato in sentiero non-senso
da ricomporre e fare sentire, parola
lancinante.
–
Al cospetto dell’universo
la materia della pace mi ricolma.