Impercettibile battere di ciglia, rotondità delle labbra.
Cade una ciocca, prende libertà. Tutto tace.
Crepita gelo sotto i passi immobili e nudi. Crepita l’opaco, il velato, l’immobile silenzio siderale.
Traversi raggi inebriano l’aere .
E tuttavia, quante corde stridono! Armoniche si toccano appena tra i loro singulti, sobbalzi.
Vibrano sembianze, movenze, sfocate gestualità. Immense distese sinfoniche s’inseguono quasi a volersi intrecciare.
Luce abbagliante.
Aromi incessanti a sprazzi di colore e boreali voli. Tocchi, plananti striature.
Sfioro, tepore. Chi raggiungerà mai quest’acme, profondo smisurato?
Cogli in volto, come un fiore. Cogli i plurimi violini e moti acrobatici dalle caleidoscopiche tonalità orientali. Arazzi.
Leggero innalzarsi, a tinte pastello.
Nuvola rosso magenta, infuoca un cielo africano.
Sfioro, tepore.
Scintilla un baco al dibattersi del bruco, come corpo imprigionato in coltri sideree.
Volo, leggiadro e soffice essere oltre ogni gravità. Dolce solletico, carta da zucchero: sogno?
Raggi traversi inebriano l’aere. Impercettibile battere di ciglia.