La mia casa è allo steccato delle ombre
dove ramifica stellato miraggio,
uno spiraglio.
La mia casa è alla porta trasparente
dove tutto é e niente
tacendo risonante.
–
L’alba risorge.
–
La mia casa è al confine del contorno,
margine della patria dell’errare:
spezzettato, continuo.
E’ il suolo la mia panca al tuo giaciglio,
alla tua crepa…
Che non s’arresta! Che non s’arresta!
Tacendo risonante.
–
Alle crepe…
Che non s’arrestano! Che non s’arrestano!
L’alba risorge.
–
Delle tue mani contratte, del tuo sguardo sperduto ed assetato:
la mia casa è ascolto per cui non so e resto,
dove la rete é uno strappo irreparabile,
incomprensibile.
–
Varco,
vibrante vuoto.
–
La mia casa è ” Io ti sento”.
Non il tuo nome, non il crepitio del tuo dolore
io so e ferma sono il suo riflesso.
–
“Siamo soli di fronte al nostro cuore”
e tutto é e niente.