Del desiderio è sempre il dubbio
che lo sia davvero.
Che non mi inganni la mente
e proietti l’oggetto tanto lontano
da tenermi in tensione,
ma senza potermi sfiorare.
–
Penetrare ed essere penetrati,
condurre ed essere condotti,
muovere ed essere mossi,
farsi per fare rivoluzione:
mio cuore, tradiscimi, rigirami,
lasciami riconoscere nel non conoscermi
in scacco al gioco del pensiero!
Solo quando cederò il mio suolo
potrò dire “Io desidero, io sono”.
–
Crescere e conoscere
non procurano piacere,
hanno il gusto del guscio rotto,
della lacerazione
che scompagina ardente:
senza violenza non c’è evoluzione.
Provare libertà, affermazione, vigore:
ego sulle spalle di qualcuno
che il posto è d’uno
e percepirne la dipendenza da possanza
a bramarla, come se fosse eterna.
Foto di Estéban Pozzuoli