Dono in una traccia

Ho coltivato i miei pensieri

e li ho raccolti ad uno ad uno

quasi fosse una storia unica, la mia.

Unicamente per poter donarle all’altro

che tutti siamo sostituibili,

ma solo nell’incontro autentico

può intravvedersi uno spiraglio

del nostro io.

E non facciamone una colpa

se non siamo Essere,

ma soltanto divenire.

Non farmene una colpa se crescendo

in me aumentano le stanze

e se tento di riempirle.

Se alcune hanno il nome di un incontro

che segna ciò che io divengo.

Che io possa non farmi una colpa

di non poter trattenere tutto

in questo perenne farmi filtro.

Ma soprattutto di non riuscire

a sgretolare chi, cosa invece resta

integro (fantasma-specchio)

per una vita, un istante

o una sua variante.

Se esiste male al mondo,

c’è nel crescere:

dell’io che partorisce se stesso

col dolore di penetrazioni

e di più dilatazioni.

E non si può mai scegliere

cosa tenere e cosa lasciare

nel cumulo di sangue e cellule

vecchie e nuove.

Partorire. Si può solo

partorire e accettare

che mai a noi resta

nemmeno dire:

“Io sono…”

Eppure ti custodisco e ti conserverò

-unicità,

me in me stessa-

con ogni incontro, ogni prova,

sogno che in me cresca.

Dono in una traccia.

 

Schermata 2020-05-20 alle 17.44.10

Foto di Estéban Puzzuoli

 

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